Ovvero: se la chiamano “maglietta della salute”, un motivo ci sarà.
Togli la maglia, perdi la salute.
Etciù, primavera! Benvenuta, sei molto bella e colorata e ti diverti ogni anno a fregarmi.
Ma a me piaci un po’ bastarda, sai? Mi sei piaciuta anche quella sera: tu eri appena arrivata, io non trovavo parcheggio, ho corso come una matta alle 21.10 per non perdermi l’inizio dello spettacolo teatrale, mi sono seduta in sala accaldatissima e ho iniziato a spogliarmi sulla sedia goffa goffa, come quegli insettini girati a pancia in su che non sanno più bene come fare. Meno male che tu sei rimasta fuori e non mi hai vista, và. Tempo di mezzo atto e mi sono rivestita, dando le gomitate alla mia vicina di posto perché nel buio non trovavo il buco della manica.
Dev’essere stato tutto quel burlesque a mettermi ko.
Oppure è stato il collo suadente e diafano del mio piede numero 40, stufo marcio degli stivali, che se ne è arrivato un lunedì con le espadrillas a righe bianche, blu e rosse. Il cielo era grigio che più grigio non si può, ma lui credeva in te, Primavera bella, e catarro fu.
Mica un catarrino qualsiasi, di quelli che schiarisci la gola ogni tanto.
Un oceano (bleah, davvero ho scritto “un oceano”? 🙂 ), che ha inondato le mie corde vocali per quasi una settimana.
Ho perso la voce. L’ho persa tutta, manco un filino me ne è rimasta.
Parenti, amici e conoscenti tutti sentitamente ringraziano.
Ah, e poi la tosse.
Tuoni di tosse da far barcollare tutta la casa. Per fortuna c’è il Rocker, l’essere umano di sesso maschile con cui la divido. Quello che mi fa da pusher-farmacista, vi ricordate?
Il Rocker, in quanto maschio, sta sempre un po’ più male di te, anche se tu stai proprio al pian dei babi*, come si dice dalle mie parti. E ovviamente sei TU che gli passi ogni sintomo, anche le cose che non hai.
“Ecco, vedi? Ho già un po’ di mal di gola, sarà che me lo stai passando…”
“Amore, io ho tutto, tranne il mal di gola”
“…e certo, quello l’hai dato a me!”
Sempre in quanto maschio, poi, il Rocker ha un tempismo eccezionale. Il Rocker prende l’otite con tappo di cerume quando io perdo la voce. Per farla breve: il Rocker non sente manco i fuochi d’artificio nel momento esatto in cui io sussurro come Violetta quando la tisi non le accorda che poche ore.
Dovevate vederci. Sandra e Raimondo Vianello, con cinquanta anni in meno e settanta acciacchi in più:
“La cena è pronta…”
“Eeeeh??”
“Vieni a tavola!”
“Non ti sentooo”
————–>
“Guarda che è brutto non sentire eh…”
“Non parlare, invece, è una passeggiatina di salute…”
“Eeeeh?”
😌
Comunque, il peggio è passato. La mia narice destra ancora non vuole saperne di stapparsi e continuo ad iniettare Cerulisina nell’orecchio del “sento in mono” Rocker.
In tutto questo covo di germi, per fortuna c’erano loro: le caramelle per la gola fatte in casa…
Sono scandalosamente fucsia e tremendamente buone.
Sono quello che serve quando hai quel grattino sull’ugola che non ti lascia stare, quando respiri con la bocca e secchi ogni mucosa interna, quando fuori la primavera fa la furba. Le ho sformate nell’impasto dei ravioli, perché non bisogna mai farsi trovare impreparati (“Uaaaah e adesso dove le metto, come facciooo?!”), ma soprattutto non bisogna mai smettere di ridere e di coltivare la propria stupidera.
Ve le prescrivo così, veloci veloci: succo di limone + infuso stretto di malva + un cucchiaione di miele + agar agar in polvere.
Sciogliere piano sul palato fino a diventarne dipendenti.
CARAMELLE PER LA GOLA
CON MALVA, LIMONE E MIELE
Ingredienti:
100 g di succo di limone
100 g di acqua
due cucchiai di fiori di malva secchi
un cucchiaio colmo di miele
4 g di agar agar in polvere
In un pentolino, fare l’infuso di malva con l’acqua e i fiori. Mettere i fiori a freddo, portare a bollore, fare bollire per due minuti e poi spegnere la fiamma, facendo riposare per dieci minuti circa.
Nel frattempo, spremere i limoni per ottenere il succo. Filtrare l’estratto, aggiungere il succo di limone e il miele e rimettere sul fuoco. Portare a bollore sciogliendo il miele e aggiungere l’agar agar, mescolando energicamente per far sciogliere la polverina. Distribuire nello stampo (quello per ravioli è ottimo!) e lasciare raffreddare. Sformare le caramelle e conservarle in frigorifero.
* Essere al pian dei babi in piemontese significa “allo stesso livello dei rospi”, ovvero proprio raso terra 🙂
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