A volte mi scordo che esistono persone a cui del cibo importa poco o niente. Che a colazione buttano giù un caffè di corsa, che pranzano fuori per necessità, che cenano con la cotoletta già impanata. Non ci badano, non perché siano pessimi soggetti, ma perché semplicemente il cibo non rientra nella loro sfera di interessi. Per loro mangiare è una necessità fisiologica, un bisogno corporeo, un’abitudine.
Poi ci sono quelli che adorano mangiare, ma odiano cucinare. Proverebbero tutti i ristoranti possibili, sono dediti al foodporn estremo, sanno perfettamente che vino hanno nel bicchiere, eppure di farsi una pastasciutta a casa proprio non se ne parla.
C’è il cibo sbandierato, il cibo sopravvalutato, il cibo stellato, il cibo sano e quello che fa finta di esserlo, il cibo prostituito, piegato, adattato ad ogni necessità pseudoculturale. Cibo ovunque. Se scrivete semplicemente “cibo” su Mister Google, usciranno la bellezza di 52 MILIONI di risultati.
Eppure è sempre lui, quel pezzo di realtà che ha il compito di nutrirci.
C’è stato un tempo in cui le donne coi grembiuli sgranavano fagioli in cerchio, cucinavano in calderoni profondi, riempivano stomaci turbolenti con cotture lente, servite a tavoli di legno spesso, un po’ tarlati. Il mio femminismo innato mi permette ben poca nostalgia per quel tempo, ma conservo una sanissima dose di gratitudine verso quelle donne, che sapevano quanta carica vitale si nasconde dietro alla preparazione del cibo. Il movimento dei fianchi trasferito ad un impasto, ad esempio. Le mani che strizzano una mozzarella. Un cucchiaio di legno che gira un sugo fino a renderlo denso al punto giusto.
Ogni volta che decido cosa cucinare, che compro gli ingredienti, che li doso e li mescolo cerco di ricordarmi che sto maneggiando quell’energia lì.
Il cibo sarà anche ovunque, ma l’atto del cucinare, del produrre cibo, non bisognerebbe scordarselo mai. È un modo per prendersi cura di chi assaggerà. È ascoltarne i gusti, le necessità, le voglie. È fargli del bene, fargli acchiappare il piacere mentre mastica e fargli ascoltare cosa narrano quei sapori.
Perché il cibo fa giri strani, arriva dappertutto e nel momento in cui lo addenti, ti racconta le sue storie, intrecciate, tortuose, profumate.
Prendete questo crumble.
L’ha impastato di fretta qualche settimana fa Francesca, mia sorella, che l’aveva recuperato sfogliando una rivista di cucina di un anno prima. Io me ne innamoro. È delicato, fresco, semplice. Così decido di rifarlo e portarlo il pomeriggio dopo ad Alice e Fabio. Lei ha un pancione enorme, dove Marco sta comodo e al sicuro ancora per qualche giorno, raccogliendo il coraggio per uscire. Alice ha le caviglie gonfie, un sacco di caldo e tanto, tanto bisogno di leggerezza. Mentre lei affonda il cucchiaio, io guardo quei piedini di strass che ha sulla maglietta e penso a quanto mi farà effetto vederli genitori, noi che festeggiavamo la maturità, giocavamo a bowling il martedì sera, ridevamo troppo forte e ogni cosa ci sembrava non dovesse finire più.
Qualche settimana dopo, Marcela mi invita a cena. Dopo il Food Revolution Turin online, c’è da organizzare quello live (tra pochissimi giorni!), il sole inizia a picchiare forte e io ho ancora qualche fragola in frigo. Nuova teglia, nuovo crumble.
‘Però devo fare le foto’, scrivo io.
‘Smettila, che ho le unghie bruttissime’.
‘E che mi frega? :)’
Ci sono i progetti, le chiacchiere e – voi non ditelo a nessuno – ce lo sbafiamo TUTTO. Resta giusto la cucchiaiata della decenza, quella che si mette in frigo per autoconvincersi che non è mica vero che ce lo siamo finito. E poi guardate che è leggero, eh. Fragole, ricotta, che volete che sia? 😀
Infine c’è Fabiana. Io Fabiana non l’ho mai incontrata, ma l’ho sempre sentita tanto, tanto trasparente dietro lo schermo. Fabiana che cucina, che cuce fili e anche parole, con una forza costante, ma delicata. Sembra una di quelle persone che non si scoraggiano mai. Ieri è stato il suo compleanno e le ho detto che le avrei preparato un dolce…potevo sceglierne uno più azzeccato? 🙂
Ah, nel frattempo Marco ha deciso di venire al mondo. Lo ha deciso il 20 maggio e sembra che per ora gli piaccia. Se ne frega dell’orologio, dorme e mangia quando gli va. E io gli auguro una vita piena, fatta di strati diversi, ma perfettamente amalgamati tra loro.
Esattamente come questo crumble 🙂
(da una ricetta di Fiorfiore in Cucina, aprile 2014)
Ingredienti:
Per il ripieno
500 g di fragole
100 g di zucchero di canna
350 g di ricotta
1 uovo
Per il crumble
100 g di farina integrale
50 g di cocco grattugiato
50 g di burro
40 g di zucchero dicanna
1 pizzico di sale
Lavare le fragole, tagliarle a tocchetti, mescolarle a 40 g di zucchero e disporle sul fondo di una tortiera di 22-24 cm.
Mescolare la ricotta con i restanti 60 g di zucchero e l’uovo. Versare la crema ottenuta sulle fragole.
Preparare il crumble: unire farina integrale, cocco, zucchero e sale. Aggiungere il burro a tocchetti e creare delle grosse briciole con la punta delle dita, distribuendole sulla crema di ricotta.
Infornare a 180° per circa 15-20 minuti, fino a quando il crumble si colorerà. Una volta raffreddato, conservare in frigo. Il giorno dopo è ancora più buono 🙂
Ottimo dolce buon venerdì
Il cibo scandisce spesso diversi momenti della nostra vita. C'è stato un tempo in cui ci evitavamo, oggi è il tempo in cui ci siamo riscoperti. Io innamorata di profumi sapori e ricordi che si porta dietro. E cucinare, maneggiarlo, tagliarlo e mescolarlo è un atto d'amore, per lui, per noi, per gli altri. E mangiare in compagnia, tra le chiacchiere, senza rendersi conto che a forza di cucchiaiate non rimane più nulla di quanto preparatocosauno dei piccoli piaceri della vita. Questo crumble è bellissImo. Mi segno la rocetta e lo prpvo quanto prima
Bellissimo post! E mi sa che questo crumble finirà presto anche in un'altra cucina…
Cucciolotta! Mi fai ridere e piangere insieme. Che belle le tue parole che arrivano sempre dove devono e "creano qualcosa" di così ben amalgamato e che fa tanto bene. Mi mancava venirti a trovare e respirare aria sana! Perdona la mia assenza (forzata e non voluta), mi accontenterò della cucchiaiata della decenza ch'è rimasta in frigo! Io no mi scandalizzo mica, eh?
E benvenuta piccolo Marco… e tanti auguri ai genitori, ma anche a Fabiana per il suo compleanno!
E a te che sei sempre dolce e speciale! :*
Slurp che golosità! Complimento per ricetta e foto!
Pepper Mag | Facebook
Paola, grazie mille e buon weekend a te :* i dolci nel fine settimana servono sempre…. 🙂
Quanto hai ragione, condivido ogni parola! Le riscoperte sono sempre la parte migliore 🙂 che bello leggerti, Paola! Ti abbraccio forte 🙂
In più cucine finisce, più storie potrà raccontare 🙂 grazie, Giulia! Sempre bellissimo trovarti qui 🙂 ti abbraccio e aspetto il tuo crumble!
Miu!! Mi stavo proprio chiedendo dov'eri finita 🙂 macché cucchiaiata, te ne faccio una teglia intera, subito! Ora ora! 🙂 è sempre bello leggere TE qui, che mi fai emozionare anche attraverso uno schermo! Ti mando un abbraccio forte e grazie mille!
Grazie, che onore avervi qui! 🙂 benvenuti!