Amo i saponi solidi.
Mi piace quando riesco a sentirne l’odore già attraverso la carta, mi piacciono le forme e le incisioni che hanno, mi piace lo spazio minuscolo che occupano e la loro leggerezza.
I saponi solidi hanno una lista di ingredienti più corta, solitamente migliore di bagnoschiuma, docciaschiuma, gel doccia, lavamani e qualsiasi altro loro parente liquido e necessitano di molto meno imballaggio: basta una striscia di carta, completamente riciclabile, ad avvolgerli.
Tutte cose meravigliose, vero? 🙂 ecco, questo è quel momento del post in cui possiamo staccare la musichetta soave e spegnere le luci rosate.
Quanti saponi solidi possiedo? Moltissimi.
E quante volte li utilizzo? Qualche volta per le mani e pochissimo, quasi mai per le docce. Shame on me.
Il sapone sotto la doccia non mi piace, mi scivola, non mi dà soddisfazione e finisco per lasciarlo lì, abbandonato sulla mensolina ad asciugare fino a prendere le sembianze di un formaggio stagionato. Si tratta di un’antipaticissima questione di abitudine.
E poi c’è la forma: le confezioni di docciaschiuma sono colorate, pubblicizzate, ci sussurrano che avremo la pelle morbida e setosi capelli svolazzanti…salvo poi fare tutto il contrario.
Acchiappate ora una confezione di bagnoschiuma, giratela e provate e leggere ad alta voce tutti quegli ingredienti impronunciabili: state recitando l’INCI , il linguaggio universale per indicare quali sono gli ingredienti che compongono quel prodotto. Un mix di latino, inglese, numerazioni secondo il colour index nell’insieme ben poco comprensibile e che potrete decifrare con il Biodizionario (anche in versione app, comodissimo). Il Biodizionario indica, sostanza per sostanza, la funzione e la valuta con dei “semafori” semplicissimi.
L’abbondanza di sostanze catalogate con due pallini rossi indica che quel flacone non va nemmeno guardata da lontano; molti ingredienti con un pallino rosso indicano che, sì, potete avvicinarvi, ma è meglio se quella roba la riposate lì; il giallo che potreste decisamente trovare di meglio; il verde che potete abbracciare la confezione: state facendo un ottimo acquisto.
Nella lista ingredienti di shampoo e bagnoschiuma, i componenti proprio da non frequentare sono:
- i tensioattivi che di nome fanno Sodium Lauryl Sulfate (SLS), Amonium Lauryl Sulfate, Magnesium Laureth sulfate, e tutta la parte MEA/TEA/DEA (MEA Laureth sulfate, TEA-lauryl sulfate).
Spessissimo si trovano nei primi posti dell’inci, in concentrazioni piuttosto elevate. Sono tensioattivi aggressivi: creano l’effetto schiuma che ci piace un sacco, ma disidratano e provocano alterazioni nell’epidermide. I loro cugini, Sodium laureth sulfate e Amonium laureth sulfate, aumentano la consistenza del prodotto e sono più tollerati dalla pelle, ma possono comunque provocare irritazioni. - i conservanti, con la famiglia dei parabeni che costituisce il gruppo più numeroso (Methyl paraben, Propyl paraben, Butyl paraben, Ethyl paraben), sconsigliati per le pelli sensibili. Da evitare anche i due Imidazolidinyl urea e Diazolidinyl urea, conservanti di sintesi che causano sensibilizzazioni e allergie.
- gli additivi ed emulsionanti Polyethyleneglycole (PEG), utilizzati per ottenere emulsioni viscose, con effetto emolliente. L’effetto è solo apparente, poiché non apportano effettiva idratazione, ma creano un film sulla pelle “nascondendone” il reale stato. Ci sono poi i componenti dall’effetto opposto come Propylen glycol, Butylen glycol, Polypropylene glycol, Ethylene glycol , tutti solventi e diluenti che facilitano la fluidità e la tenuta delle emulsioni. Hanno un alto grado di penetrazione nella pelle e il loro uso continuo ne aumenta la permeabilità causando sensibilizzazione. Il Propylen Glycol, ad esempio, è utilizzato in fitocosmetica per estrarre i principi attivi dalle piante.
Insomma, dei prodotti comuni che troviamo sugli scaffali di profumerie e supermercati, cosa si salva? Direi solo la confezione in plastica, che dobbiamo usare per produrre il nostro personalissimo docciaschiuma homemade 🙂
Servono solo due ingredienti: sapone e acqua. Ma proprio perché gli ingredienti sono pochi, è fondamentale averli ottimi. Lasciate lì sullo scaffale Palmolive, Dove e compagnia bella brutta e cercate una saponetta virtuosa, con olio d’oliva, di mandorla o di karité, profumata con gli oli essenziali e che sia stracolma di pallini verdi.
Io ho scelto il sapone corpo de I Provenzali alla mandorla, che trovate tranquillamente al supermercato. La confezione da 250 g costa 2,60 € e da un solo sapone si ottengono quattro – q u a t t r o – confezioni di docciaschiuma ecologico, naturale e super economico, che vi basteranno per qualche mese…magia? No, ECOcose! 🙂 questa è la prima ed è davvero semplicissima.
DOCCIASCHIUMA DA SAPONE SOLIDO
Ingredienti:
una parte di sapone solido (il mio l’ho tagliato a metà, quindi 125 grammi)
almeno sei parti di acqua (per la mia dose di sapone ho usato un litro d’acqua, che corrisponde ad otto parti)
In una ciotola, grattugiare tutto il sapone.
Scaldare l’acqua in una pentola capiente e aggiungerci il sapone grattugiato, mantenendo il fuoco vivace.
Con una frusta, girare il composto per far sciogliere tutto il sapone: si formerà della schiuma in superficie, che sparirà una volta raffreddato.
Quando tutto il composto è sciolto, trasferirlo in un contenitore di vetro e lasciarlo intiepidire.
Con un imbuto, riempire i flaconi vuoti, oppure conservarlo in un contenitore a chiusura ermetica e utilizzare come un normale docciaschiuma.
A raffreddamento completo, controllatene la consistenza, che varia da sapone a sapone in base ai componenti della saponetta iniziale. Se dovesse essere troppo solido, basterà aggiungere acqua, in proporzione, facendo sciogliere nuovamente tutto. Prima di utilizzarlo, dare una bella shakerata.
Che idea semplice e meravigliosa!
La cosmesi è in effetti un mondo più complesso e insidioso dell’alimentazione, ma altrettanto importante perchè noi “ci nutriamo” anche attraverso la nostra pelle! E’ quindi fondamentale conoscere quello che ci spalmiamo/spruzziamo sul corpo o cosa usiamo per lavarci!
Hai mai provato a produrre sapone partendo da olio e soda? Io si, e ti assicuro che è divertente e soddisfacente come cucinare. E poi è rivoluzionario perchè ci permette di scegliere davvero le materie prime.
Agnese, grazie per essere approdata su questa mia prima ecoproduzione! Hai ragione, il nostro corpo è prezioso e dobbiamo prendercene cura, dentro e fuori…sono due mondi collegati e mai separati 🙂 non ho ancora mai provato a produrre il sapone, ma vorrei iniziare prestissimo…è un mondo che mi affascina tanto!
Dovrei provare, è vero che io uso già prodotti tutti “verdi” ma la soddisfazione di esserselo fatto in casa mi pare imperdibile!!
…hai centrato in pieno il punto, Silvia! 🙂 ma per me è anche colpa della mia mania di accumulazione seriale di saponette…sono riuscita a smaltirle! (Fino al prossimo acquisto compulsivo 😉 )
Una volta sciolta la saponetta quando aggiungere gli olii essenziali e se perfavore mi date un consiglio, quali per realizzare un docciaschiuma.
Ciao, Maria Antonietta! Gli oli essenziali si possono aggiungere alla fine del processo, come ultimo ingrediente quando hai imbottigliato…io ti consiglio lavanda per una doccia rilassante, limone e rosmarino per la doccia tonificante del mattino, arancio e cannella per un bagno confortante. Ricorda di usarne poche gocce (massimo 8-10), sono molto potenti! Un abbraccio
Grazie x l articolo molto interessante.. L ho fatto tempo fa con una saponetta… Ma visto che sono tt prodotti naturali e acqua bisogna aggiungere qsa x conservarli?
Ciao, Paloma! Io ne faccio poco alla volta e lo utilizzo entro un mese 🙂