Oggi va così, tutto bagnato. Qui dalla mansardina la pioggia batte molle sul lucernario, ci culla, fa venire voglia di ballare quei lenti lunghi lunghi, ce li avete presente?
La musica fa qualcosa tipo ‘naiiinaaanà’.
Le teste che si toccano, la netta sensazione che non finirà più e sarà sempre così, un ondeggiare mite, curvo, piacevole.
Le case sono i nostri posti sicuri, dove sappiamo di poterci nascondere, dove sappiamo di poter tornare, levandoci l’uniforme fatta di maglioni, mascara e occhiali che mettiamo ogni mattina.
Via i tacchi alti, via gli chignon troppo stretti, via i bottoni delle camicie imbragate.
Un passo dentro e un respiro pieno.
Base.
Odore di casa.
Io faccio così, prima via le scarpe. Poi via la giacca, la gonna, i collant, la maglia e mi infilo nella tutona. Via orecchini, via anelli, via elastici.
Acqua fresca sulle mani.
Le ciabatte, nel frattempo, ancora non le ho trovate.
Acqua fresca in gola.
Che buona, l’acqua fresca.
Poi comincio.
Ah, eccole là le ciabatte.
Gli occhi sanno tutto.
Sanno dove sono le cose che servono, sanno già il modo in cui mi tirerò su le maniche fino al gomito. Sanno che pentola mettere sul fuoco e sanno che ogni volta girerò la manovella del gas, ma solo dopo aver provato ad accenderlo senza successo. Io non ci bado mai e invece Lui lo chiude sempre, credo sia un suo modo per proteggerci.
Poi tocca all’olfatto.
Odori di ingredienti ad ogni aggiunta, ognuno il suo, non diversamente dagli uomini.
In ritardo arriva lui, l’orecchio. Ha bisogno di più tempo, perché è un po’ intossicato dal rumore del giorno, ma ora non sente nulla.
Nulla.
Solo la pioggia che non la smette e mi fa compagnia.
Disintossico le orecchie e abbasso il volume dei pensieri.
Tutto è piccolo e lontano e non fa quasi più paura.
Poi, per ultime, le mani.
La sinistra aspetta la destra, per una questione di rispetto.
Ne sa di più in tutto, figuriamoci in un impasto.
E la destra gongola, affonda, si sporca di buono. Torna su e poi cade ancora dentro.
La sinistra la segue e raccoglie quello che si è perso sulla spianatoia.
Immergere le mani in un impasto.
Lavoro di palmi, fianchi e gomiti a rimescolare farina, acqua, tutto.
Appena infili le mani sai che lì dentro troverai tutto.
La prima faccia incazzata della mattina, la borsa che si rompe mentre corri a prendere il 13, quel messaggio dai toni troppo alti, il ragazzino che ascolta la musica a tutto volume, quella che con nonchalance ti passa davanti in coda, quella che sbraita al telefono, quelli che hanno deciso che una doccia non rientrava nelle priorità della giornata, quello che finisce la sigaretta e la tira dal finestrino, quella che deve per forza salire le scale mobili e sgomita per passare. Stiamo salendo tutti, signora. È che si muove proprio lei, la scala, e ci porta su, lo sa?
Io l’ho capito perché in ogni ricetta c’è quel momento in cui si getta l’impasto sull’asse di legno e lo si torce per bene.
È perché nel frattempo si passa in rassegna tutta la gamma dei bizzarri comportamenti umani.
Si infilano lì, dentro quell’impasto e si stropicciano, si stiracchiano, si rimpolpano, si sbattono sul tavolo.
Si ridimensionano, si amalgamano l’un l’altro, si fanno opachi, spariscono.
Oh, sollievo. La chiamano “cucinoterapia” e io ne sono esempio vivente.
Fa di un bene che non vi dico, allo stomaco e allo spirito.
Oggi tocca alle patate, perché sono bonarie, tonde, perfette per assorbire tutto e trasformarlo in buono.
Sono così affabili da essere l’alimento per eccellenza delle classi umili, colonne portanti di piatti dalla tradizione secolare, ma contemporaneamente una larghissima parte della loro produzione mondiale finisce prefritta e congelata, contorno da fast food o imprigionata in un sacchetto dai colori fluo.
A me – avevate dubbi? – piacciono con la buccia da lavare, ancora un po’ sporca di terra e nei mesi freddi diventano fondamentali, semplicemente bollite e condite con olio e sale.
Questa volta ho pensato a degli gnocchi, impastati con la farina di grano saraceno: un sapore grezzo, pieno, terroso, da ammorbidire con del buon burro giallo e il tocco freschissimo della menta. Una nevicata di parmigiano e – come in una magia metropolitana – tutto diventa cremoso ed equilibrato.
Ok sei una grande come cuoca ma secondo me potresti o dovresti fare la scrittrice 😉
Vedo che le patate stanno bene con tutto 😉 … C'è da sbizzarrirsi 🙂
Baci
Puoi fare tranquillamente l'una e l'altra…leggendo questi flash,si riesce ad immaginare la scena oltre a sentire persino il profumo delle cose(e le esclamazioni delle persone)…leggendo il tuo blog,è lo spunto ….non ho scuse,so cosa cucinare oggi….Buona giornata Mallie
Concordo con la Terry…scrivi ragazza mia, scrivi e cucina, scrivi di cucina e deliziaci con le tue storie profumate, con i tuoi attimi di vita e spadellamento! Noi rimaniamo, affamate in ascolto…
Oooh non vale, voi mi volete bene 😀 grazie, belle donne…vi abbraccio strette e mi avete fatto venire gli occhi lucidi! Sssht, non lo diciamo a nessuno 😉
Bello leggere i tuoi post. Li vivo.
Mi ci voleva il tuo post, a fine serata…
Solo tu con sette parole puoi farmi venire la pelle d'oca! Giovà mia…GRAZIE! Ti mando un abbraccio eeeenorme…a quando dal vivo? 🙂
Monique, trovarti qui è sempre bellissimo. Però non me la conti giusta… a TE ci voleva il MIO post?! Ma và là :P…e passa gli gnocchi viola, che questi sono invidosi di quei colori 😀 abbraccione
Splendidi i tuoi gnocchi, ho giusto un pacco di farina di grano saraceno che aspetta in dispensa e la menta mi incuriosisce moltissimo come abbinamento. Ti lascio il mio abbinamento patate/cumino o cumino/patate. http://www.lemiericetteconesenza.it/vellutata-di-patate-al-cumino-con-avocado/
Grazie, Paola bella! Aspetto il tuo parere, allora 🙂 la tua alchimia di questo mese è stupenda! Qui diluvia e mi servirebbe proprio questa vellutata per cena 🙂 un abbraccio forte!
Leggerti è sempre una boccata d'aria fresca. I gnocchi ancora non ho mai provato a farli da sola, ma ricordo ancora mia nonna che me li faceva rotolare sulla forchetta. Forse è ora di riprendere la tradizione in mano. 😉
Si dice giovedì gnocchi, per me invece van bene tutta la settimana! Bellissima foto e ricetta bionda Marzia 🙂 sei sempre una superdonna 🙂
Eccomi: http://blog.giallozafferano.it/cicciabacilla/larte-della-pazienza-e-tajine-di-agnello-e-patate/
Anche io sono diventata potato girl!!!
Buona giornata,
Pamela
Quanto mi piacciono gli gnocchi, in tutte le varianti e con il grano saraceno devo provarli assolutamente! 😀
Sono reduce del cambio di stagione anche io, una fatica, quì il tempo è ancora mite quindi un vero e proprio cambio è quasi impossibile, devono convivere magliettine e cardigans! La sera però il freschetto si fa sentire, per questo ho preparato una vellutata di patate, lenticchie rosse e zafferano, te la invio per l'abbinamento patata e zafferano 😉 http://www.biancavaniglia.ifood.it/2015/11/vellutata-di-patate-lenticchie-rosse-e-zafferano.html
Baci
Gnocchi favolosi, peccato dover portare una sola ricetta al contest… ero indecisa con il tuo ingrediente e quello di Alessandra!
ciao io è la prima volta che partecipo e ho fatto quenelle di patate al gorgonzola con paprica affumicata con passato di barbabietole al profumo di cumino
http://www.quattropassincucina.it/quenelle-di-patate-al-gorgonzola-con-passato-di-barbabietole-al-profumo-di-cumino/
anche questa volta faccio parte della tua squadra…yeahhhhhhhhhh PATATA E BACON
https://coccolatime.wordpress.com/2015/11/12/potage-parmentier-a-modo-mio/
…una potato girl piena di pazienza! Grazie mille, Pamela! Un abbraccio 🙂
…la tua vellutata ci ha fatte sognare 🙂 quanto amiamo il comfort food??! GRAZIE…foto meravigliose 🙂
…grazie mille, Lisa! 🙂 sììì, noi ci incasiniamo già così a votare…le ricette sono sempre più accattivanti! Se non avessimo messo il limite di una a persona, ci perderemmo in tutta questa bontà 🙂 un abbraccio
CHe sia la prima di una lunga serie, allora!! Grazie mille Sonia 🙂 patate e gorgonzola non deludono mai! Un abbraccio e felice di conoscerti 🙂
…e con un abbinamento sublime! Grazie, Enrica! Non c'è cibo coccola migliore di questo 🙂 un abbraccio!