Le 8.53 di un martedì mattina capriccioso e il caffelatte già mi è andato sul fuoco. Quando il caffelatte va sul fuoco, c’è sempre un motivo, come dice il buon Celentano.
Presagi a parte, in realtà ho lasciato il bollilatte al suo destino, perché, svampita, gironzolavo sul web. Argomento: autoproduzione.
La posso dire una cosa? A me non piace tanto detto così. Autoproduzione. Mi fa venire in mente qualcosa che assomiglia al modello fordista, incastrato nelle guance di criceto di Marchionne. Mi sa di manovra economica e di slogan: “autoproduzione per un futuro migliore!” Ohiohi, no.
E a guardare bene, in effetti ogni volta che leggo autoproduzione, subito leggo anche: marche e pubblicità, consumismo, denaro, globalizzazione, ribellione, economia e solo molto, ma molto più in basso: creatività, antistress, ingredienti, riciclo.
Autoproduzione è un po’ sul militante andante, dai. Si può dire? Apriti cielo? Non è una critica, anzi: ben venga, di tempi politicamente bui.
È che io proprio non l’ho mai sentita come ribellione al sistema, questa cosa del fatto in casa. Molto semplicemente è da sempre la mia normalità, il filo rosso attorcigliata al quale sono cresciuta.
Gli gnocchi fatti in casa, il sugo di pomodori dell’estate che si mette via per l’inverno, l’olio di iperico, il tarassaco in insalata, gli sciacqui con la malva e i fumenti antiraffreddore.
La nonna ancora oggi “lega” a tutti l’orzaiolo, se solo si azzarda ad arrivare.
E racconta di come una zingara aveva guarito al nonno un mal di schiena che non ne voleva sapere di andarsene e che poi non è mai più tornato.
Ogni tanto da qui, dalla “città”, mi sembra di essere nata a Macondo e invece sono solo a 50 chilometri dalle mie origini.
Il cemento ti cambia la percezione delle cose. I rumori di fondo, i colori. La (in)consapevolezza del cibo. Non ho mai sentito parlare tanto di biologico e di biodinamicocome qui a Torino, o come a Milano o a Roma, quando lavoro in fiera. E, d’istinto, mi verrebbe voglia di urlare che le cose vanno soppesate con cura e attenzione, che biologico vuol dire tutto e non vuol dire niente, che il calendario delle semine e l’idea di un marchio commerciale non vanno proprio d’accordo insieme.
Poi mordo la lingua e freno i nervi. Ho la fortuna di aver conosciuto il “fatto in casa” e non l’“autoproduzione”. Di essermi arrampicata sugli alberi per arrivare alle ciliegie più nere e mangiarmele lì, sul ramo, facendo la gara tra cugini a chi sputa il nocciolo più lontano.
Ho sbuffato quando la verdura da tagliare per il “Bon Aptit” sembrava non finire mai.
Invece, dentro il cemento si “autoproduce”, probabilmente come forma di resistenza.
Forse fare le tagliatelle in casa nel mezzo del boato della città, con le uova che arrivano dalle campagne vicine è una rivoluzione di cui io non riesco a cogliere perfettamente la portata.
E forse lo strascico politicoeconomico che il termine si porta dietro ha una dose di significato importante, se lo si fa tra un milione di abitanti, che magari se ne fregano anche della raccolta differenziata.
Adesso che vivo in bilico tra cemento e campi di terra, sentir dire a una donna di mezza età un po’ saccente che lei “compra solo biologico!” col tono di un comizio politico, mi fa una tenerezza strana, la sensazione di qualcosa che non ha mai vissuto e di cui cerca il sapore in un marchio verde, contornato di stelline.
Qui non si autoproduce, qui si fa in casa. Come ho imparato da mani senza smalto sulle unghie, con le dita rese storte dal lavoro e mai ferme.
Mi piace anche dire “homemade“, come trovate lì a destra. Mica per capricci esterofili. È che mi dà un non so che di protezione, con tutte quelle lettere curve, arrotonda i contorni, li leviga.
Il succo di frutta fatto in casa è incredibilmente, assolutamente, meravigliosamente buono. Che ve lo dico a fare? Questa è la versione con le mele, ma usate la frutta che preferite o magari quella che avete in casa troppo matura. Di varianti ne ho trovate moltissime, comprese quelle che fanno cuocere la frutta per ore, che filtrano, che sterilizzano e mettono via. Io mi sono ispirata a Il Pasto Nudo, che è sempre una garanzia, oltre che un agglomerato di bellezza e sapori schietti.
Servono solo 4 ingredienti e circa 20 minuti di tempo, meno di quello che impieghereste per fare la fila alla cassa del supermercato 🙂
IL SUCCO DI FRUTTA
FATTO IN CASA
FATTO IN CASA
Ingredienti
700 g di mele (o altra frutta) pesate pulite
700 g di acqua
150 g di zucchero (un po’ di più se la frutta non è troppo matura)
il succo di mezzo limone
Mescolare l’acqua con lo zucchero e portarla a bollore in una pentola capiente. Nel frattempo, sbucciare la frutta e tagliarla a fette.
Contare cinque minuti dall’ebollizione e tuffarvi la frutta.
Lasciarla cuocere per cinque minuti, mescolando un paio di volte, spegnere la fiamma e lasciare intiepidire.
Aggiungere il succo del limone e frullare con un frullatore ad immersione.
Verificare la densità del succo, se lo preferite più diluito aggiungere poca acqua fresca alla volta fino a raggiungere la consistenza desiderata. Si conserva per 3-4 giorni in frigorifero, agitatelo bene prima di consumarlo.
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slurp slurp, il succo di mele, l'unico che mi piace! ancora di più se è "fatto-in-casa" 🙂 certo, BIOLOGICO è un termine scritto in un dizionario per quanto ne sappiamo. Ciascuno dovrebbe informarsi a fondo sul cibo che consuma, basterebbe questo principio di fondo per divincolarsi da mode improbabili. Da piccina picciò, con le amiche facevo la gara dei noccioli di prugne selvatiche, in un praticello abbandonato. Un pomeriggio ne avremo mangiate a decine e due giorni dopo la mia amica è stata operata di appendicite!! ..non è tutto BIO ciò che verdeggia :)))
succede anche a me di bruciacchiare quakche piatto perchè presa dal web, ottimo il succo fatto in casa, bravissima
Pataaaaaaaaa…come sei cambiata in foto ahahah 🙂 bello leggerti anche in veste Diegana…ormai si sa che siete una cosa sola! 🙂 come sempre (che te lo dico a fa'?) mi trovi d'accordo con te, sapere è un dovere quando si tratta di cibo…bellissima la storia delle prugne selvatiche! Anche noi con le scorpacciate di frutta in estate spesso rischiavamo i mal di pancia…però, che pomeriggi! Vero? Un abbraccione forte! Ma perché non fai i tuoi corsi in streaming, così partecipo pure io da qui?? Daiiiiii 🙂
E finché è il latte va bene…meno male che non avevo altro da bruciare! Ihihih grazie Paola 🙂 un buonissimo mercoledì e un abbraccio!
ma tu mica hai bisogno di seguire i miei corsi!!!!! semmai, in streaming potresti fungere da consulente estemporaneo :)))
Ciao cara, perdonami se non ti ho risposto ancora alla mail, anche io come te son sempre da mille cose!
Sai che mi trovi perfettamente d'accordo… anche io amo fare in casa… ma davanti a sto slogan "dell'autoproduzione" che impera ovunque mi son sempre sentita strana… ed ora tu hai perfettamente spiegato perchè! …le nonne… mia mamma… facevano tutto a casa…. ed era normale! …ora che tutto è pronto e inscatolato sembra siano cose di secoli fà…ma non è così… è storia recente… è tradizione! …non autoproduzione!
Voglio provarlo sto succo fatto in casa… brava sta tosa 😉
Ho due chili di mele molto mature e molto ma molto volentieri diverranno succo di.mele.GrazieMarzia,è un'idea che funziona.Marcella
A proposito di succhi devo dire che ultimamente ho deciso di non acquistarne più di confezionati (fanno malissimo poichè ricchi di zuccheri aggiunti e con un contenuto di frutta davvero scadente!). Sin da bambina non ho mai avuto un grande amore per la verdura ma dopo mesi di ricerche ho finalmente deciso di acquistare un meraviglioso estrattore HU600, che ha risolto la mia poca capicità ad ingurgitare vegetali vari. Non c'è che dire è il miglior acquisto che abbia mai fatto! I succhi sono fantastici e l'estrattore in oggetto è un vero e proprio gioiello tecnologico. Il mio bel bicchiere di succo mattutino mi dà la carica energetica per affrontare anche le giornate più complesse e rende il mio aspetto decisamente più luminoso. Inoltre, dopo aver fatto una serie di ricerche on-line mi sono resa conto che l'HU600 è il miglior estrattore attualmente in vendita, ad un prezzo decisamente minore rispetto ad altri estrattori di pari o minore funzionalità.
Se qualcuno fosse interessato ad acquistarlo o semplicemente ad avere maggiori info può trovare il prodotto in vendita su commercioetico.it .
Ragazzi da quando bevo succhi estratti in casa la mia energia psico-fisica è migliorata del 100%. Incredibile come spesso tendiamo a sottovalutare il potere della frutta e della verdura!!!
Buoni succhi a tutti,
Daniela
Un po' spam questo intervento, ma lo lascio lì in nome del succo fatto in casa 😉 arrivederci, Daniela!
Bravissima!!!! Complimentissimi!! Bellissime anche le foto!!!! ^_^
Grazie mille, Roberta! Benvenuta su queste pagine 🙂
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Grazie a te, Marcella! Goditi il tuo succo…vedrai che buono 🙂 ti abbraccio
Siamo sempre sulla stessa lunghezza d'onda, lo sai! 😀 ti abbraccio forte, amica mia….grazie!