Io e l’estate iniziamo a farci il muso quando lei supera i 30 gradi e io devo legarmi i capelli per forza, per non sciogliermi come il burro in padella. Di solito la sfido e accendo il forno pure ad agosto. Stavolta, invece, ha vinto lei, ma aveva dalla sua anche la sessione esami estiva. Così è tornato il mantra primasistudiapoisicucina 🙂
Che sia una cucina rapida, estiva, buona e leggera, perché è già luglio. E a luglio succede l’unica cosa che mi trova sempre puntualissima, eppure mai pronta: compiere gli anni. L’anno scorso sono scappata a Roma, quest’anno mi sono rintanata a casacasa, in mezzo all’odore di fieno e la polvere di terra asciutta. Ci sono volte in cui si ha bisogno di tornare alle basi, alle radici, a quel senso di tranquillità che hai quando sai che basta la semplicità. Basta unire farina, acqua, olio extravergine e sale e al resto ci pensano le mani. Queste sono le mani della nonna: tra le mie e le sue ci sono quasi sessant’anni eppure, lei lì e io a Torino, facciamo gli stessi gesti decisi. Dice che non gliele devo più fotografare, perché ha “le dita storte e le macchie della vecchiaia”, ma poi le piace di più quando non la ascolto e si sporge anche, per vedere se gli scatti son venuti bene 🙂
La piadina è la cosa più romagnola che ci sia, attestata nella regione fin dal 1371. Era considerato un “pane rude”, diffuso tra i contadini, che per renderla più nutriente spesso aggiungevano legumi nell’impasto o modificavano le farine in base alla loro disponibilità. Così, la ricetta perfetta non esiste. Quell’impasto è passato di mano in mano e oggi ogni famiglia ha le sue dosi, il suo segreto, usa lo strutto oppure l’olio extravergine, cucchiaino di bicarbonato sì o cucchiaino di bicarbonato no, solo farina 00 o mix di farine. C’è chi la piadina la fa viaggiare e l’ha scelta per dare una svolta alla propria vita.
E c’è il supermercato, dove trovi quelle piade pallide e mollicce, che quando le apri ti arriva una bella nasata di alcol in grado di disinfettarti la mente e farti scordare il profumo degli ingredienti veri.
Qui di parenti romagnoli non ne abbiamo manco uno, ma siamo dotatissimi di papille gustative allenate alle cose buone! 😀 così, quella del banco frigo l’abbiamo lasciata là e ci siamo tirate su le maniche: due mani alla macchina fotografica e le altre due dentro la ciotola.
Qui di parenti romagnoli non ne abbiamo manco uno, ma siamo dotatissimi di papille gustative allenate alle cose buone! 😀 così, quella del banco frigo l’abbiamo lasciata là e ci siamo tirate su le maniche: due mani alla macchina fotografica e le altre due dentro la ciotola.
Non è vero che l’homemade è sempre lungo, contorto e complicato. La piadina fatta in casa è una cosa così facile, che quasi si fa fatica a crederci. Se siete ispirati, potete anche preparare la dose doppia e metterle a congelare: si conservano benissimo e sono un meraviglioso trucco estivo, salvano quella cena che non avete voglia di preparare. Anche quando l’afa fa delirare, sapete? Prendete due mangiatori seriali di piadine in un martedì sera torrido:
LEI: “Tu come la vedi la piadina?”
LUI: “La piadina è come il blues: essenziale. Poi un pezzo lo puoi farcire come vuoi, ma se alla base non c’è un bel blues stabile, non vai da nessuna parte”
LEI (a bocca piena): “…o devo scivere ne poft.” Sì, lo devo scrivere nel post.
B.B. King, ovunque sia, se la starà facendo addosso dal ridere. Chissà se lui l’aveva mai mangiata, una piada come si deve.
B.B. King, ovunque sia, se la starà facendo addosso dal ridere. Chissà se lui l’aveva mai mangiata, una piada come si deve.
LA PIADINA ALL’OLIO
FATTA IN CASA
FATTA IN CASA
Ingredienti per 4 piadine
150 g di farina 0
150 g di farina integrale
150 g di acqua a temperatura ambiente
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
mezzo cucchiaino di sale
Sistemare la farina mescolata con il sale a fontana, aggiungere l’olio e l’acqua e iniziare a impastare fino ad ottenere un panetto omogeneo e liscio.
Dividere l’impasto in 4 parti uguali (circa 120 g l’uno, ma se andate a occhio sarà perfetto) e tirare in una sfoglia sottile, aiutandovi con poca farina se necessario.
Far scaldare bene una larga padella antiaderente e, quando sarà ben calda,far cuocere le piadine per un minuto circa da entrambi i lati, forando con una forchetta le bolle che si verranno a formare. Deve colorirsi leggermente, rimanendo morbida e “pieghevole”. Farcire a piacere e servire.
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Quest'anno io invece ho festeggiato a Roma, alle prese con orate da sfilettare e rombi da scuoiare! Un compleanno diverso, all'insegna di quel mettere-le-mani-in-pasta che tanto mi piace. E la piadina, manco a dirlo, fa parte di quelle preparazioni che, da quando sono tornata dalla mia esperienza di quasi due anni di vita in Romagna, mi chiedono più spesso, reduce da insegnamenti fatti da romagnoli doc e dalle conoscenze acquisite che a volte me la fanno proporre in versione collina, la mia preferita più alta e cicciotta, a volte in versione mare, più slim, che la prova costume vale anche per lei. altre volte ancora, chiusa a formare i crescioni, da riempire con ogni bontà e scoprire al primo morso 🙂 Che bella la tua nonna e le sue mani.. La mia non cucina più ormai, non ricorda più nulla.. ma quanto mi ricorda lei e me che da piccola mi incantavo a guardarla 🙂
Sempre meravigliosi i tuoi racconti. Appunto la ricetta di nonna, non le voglio più vedere in casa mia quelle puzzolenti di alcool. Bacio.
La piadina senza strutto, ma buona, è il mio sogno da sempre!! Mi hai fatta felice…
Copio e impasto!
Baci
Laura
Complimenti alla nonna,grazie per gli insegnamenti,buon pomeriggio
Cucciola dai capelli-arruffati-ma-tenuti-su-da-una-molletta come stai? 😀
Sai che è sempre un immenso piacere fermarmi qui e leggere di questi "happysodi" di vita così veri?
Innanzitutto buon compleanno bimba! 🙂 Spero tu abbia festeggiato solo con le persone giuste… e quelle mani-di-nonna mi dicono che sì, hai festeggiato assolutamente con le persone giuste!
Sono belle le nonne… e necessarie e la tua m'ha ricordato la mia che a 90 anni ancora impastava gli gnocchi! Oh, mamma… ti dico grazie per la lacrimuccia e il gran sorriso che mi hai lasciato! 🙂
Queste sono certamente le piadine più buone del mondo, non ho dubbi al riguardo e sono certa che hanno anche un bel sound! 😉
Assaggio! :*
La mia quasi gemallina! Dopo queste righe, mi dovrai fare una bella piadina di quelle che hai imparato…la nonna ti ha letto e ti ringrazia tanto, e continua a dire che le mani sono brutte ahahah 🙂 viva loro, perché restano per sempre, anche quando se ne vanno. Ti abbraccio forte, fortissimo! 🙂
E a te è subito venuta benissimo! Ma chi aveva dubbi? Sei la regina dell'homemade, ZiaCri! Non vedo l'ora di riabbracciarti dal vivo, per ora un bacione da qui 🙂
Ciao, Laura! Davvero?? Sono felicissima di averla pubblicata, allora…è tutta tua! Aspetto i tuoi impasti 🙂 un bacione!
Grazie, Paola! La nonna è in un brodo di giuggiole 🙂 un abbraccio!
Miuuu bella! Sto bene, non mi sono ancora sciolta, ma manca poco… 😀 ho festeggiato con le mie radici, hai proprio ragione. I nonni sono preziosi, davvero…ci rimangono dentro e non se ne vanno mai. Un giorno o l'altro vieni ad assaggiarle per davvero a Torino da me, ma quando in mansardina scendono i gradi 🙂 un abbraccione, e grazie per le tue belle righe!
Popeya ma quanto ti adoro!!!
Sei stupendamente home made, non sarò mai al tuo passo!!!
E quella bella donnina è la tua nonna, LOVE
Eccome, se mi stai dietro! Io e te in una cucina potremmo fare ricette homemade fino a notte inoltrata….e la mia nonna ti adorerebbe, lo so! 🙂 abbraccione a voi!
Ciao che bello il tuo blog. Mia figlia voleva le piadine per cena e ho impastato dopo aver letto la tua ricetta. Ti mando la foto poi! 😉
Anche io ho un blog dai uno sguardo se ti fa piacere
Ciao, Noemi! 🙂 Viva le piadine, sono davvero una cena perfetta…felice che la ricetta sia arrivata fin lì! Un abbraccio! Marzia