È (quasi) primavera.
So che i miei piedi non resisteranno ancora a lungo nelle scarpe chiuse e che lascerò andare i giubottoni prima del tempo, prendendo quel raffreddore che ormai è diventato il mio fido compagno di metà marzo.
Le volte in cui si commettono gli stessi errori sono potenzialmente infinite e molto meno diaboliche di quanto ci hanno insegnato.
Io sono un caso disperato: oltre ad affezionarmi all’angolo del letto in cui batto ginocchiate, ai plettri sparsi del Rocker che trovo nei posti più insensati (l’ultimo sull’orlo del bidet, per dire), a quella pila di fogli sulla scrivania che “li devo selezionare!“, mi affeziono anche a quegli errori stupidi, che ogni volta credo di non rifare più e, invece, mi investono con una facilità disarmante.
Su tutti c’è quello di voler per forza far andare il mondo d’accordo, in un lungo trenino che canti a squarciagola zazuuuueeraaa. Subito dopo la mania di prendermi le brighe altrui sulle spalle e avere anche la pretesa di risolverle, di proteggere chi amo a costo di espormi fino a farmi del serio male, molto più della ginocchiata col lettone.
E poi, ovviamente, c’è il raffreddore di metà marzo.
Se vi dicessi che provo ad evitarlo, non sarebbe affatto vero. A partire da fine febbraio Mamma Giovi, alla fine di ogni telefonata, mi saluta con un “vèstiti!“. Così, carico di quel suo affetto brusco e pieno. “Vèstiti”, come se svolazzassi patanuta per le vie della città. Lo aspetto prima di riattaccare come un piccolo rito e ogni volta le rispondo: “Certo, mami, stai tranquilla”.
Le persone che ci stanno dentro – non solo intorno – i nostri errori li conoscono a memoria, esattamente come noi. Quasi senza rendersene conto, insieme, per istinto di sopravvivenza, si attivano delle piccole formule preventive per cercare di arginare il tutto. Sette lettere con quell’esclamativo che – lo so – è un abbraccio per lei, tre parole per cercare sempre di non darle pensieri, io. Formule invane, che ve lo dico a fare.
Non è cosa voluta, né pensata, ma puro istinto: guardo fuori e se c’è il sole sfodero le ballerine. Poi esco, il sole non scalda manco un po’ e il mio collo del piede a dieci gradi prende dei riflessi sul bluviolaceo (che comunque si intonano perfettamente con i jeans).
Arrivo a casa, ficco i piedi a mollo nella bacinella con l’acqua calda e poche ore dopo inizio a tirare su col naso. Le ballerine, una dritta e l’altra ribaltata nella fretta di toglierle, mi guardano dall’angolo della porta e giurano che non è colpa loro.
Ma errore dopo errore, signori miei, ho trovato una quasi soluzione. La formula post formula.
Cioè, la formula che sostituisce quella preventiva e che è un palliativo meraviglioso.
C’entra il cibo, ovviamente, che per me è sempre stato quello che cura tutto, che dà energia, che riporta corpo e spirito ad una temperatura d’equilibrio, che non fa domande, né raccomandazioni, ma sta lì e mi aspetta. Questa è la mia insalata di marzo preferita 🙂
Il finocchio è l’ingrediente del mese di StagioniAMO, è purificante, aiuta la digestione e combatte i radicali liberi. Le arance non c’è bisogno di presentarvele e sono quelle che insieme al finocchio formano l’abbraccio più esplosivo, freschissimo. Poi c’è lo sgombro, che è altro rispetto al solito tonno: più deciso nel sapore, meno asciutto, adatto ad essere associato a verdure leggere e fresche. Infine, le mandorle, che in questa casa non mancano mai.
Se le trovate, prendetele con la buccia: oltre a dare più sapore, è benefica quanto le mandorle stesse. Favorisce lo sviluppo delle colonie di batteri buoni nell’intestino e contiene i polifenoli, che protegono le cellule dell’organismo. Poi basta un giro di olio extravergine, una spolverata di pepe e una più leggera di sale.
Girate l’insalata e sgranocchiatela sul morbido, sul divano, magari infilati sotto il plaid.
Vedrete che prima o poi la primavera, quella vera, arriva 🙂
INSALATA DI FINOCCHI,
ARANCE, SGOMBRO E MANDORLE
Ingredienti per due persone
Un finocchio
Un’arancia
100 g di sgombro sott’olio
Una manciata di mandorle con la buccia
Lavare bene il finocchio e tagliarlo a fettine sottili, eliminando il cuore coriaceo. Pelare l’arancia a vivo e tagliarla a pezzi in una ciotola, conservando il succo che perderà. Aggiungere nella ciotola il finocchio, lo sgombro e le mandorle, condire con poco olio extravergine e sale e una bella spolverate di pepe nero.
Guarnire con la parte verde del finocchio.
ON THE TABLE: il nostro mastro birraio ha selezionato per questo piatto LA RULLES ESTIVALE, una birra che mescola note di dolci che ricordano il miele e note fresche di luppolo fiorito ed agrumi, con un finale amaro. Scopritela su Diario Birroso, che è un super stagionatore e questo mese svela anche da dove deriva il termine “infinocchiare”.
No no, il tempo non mi frega più! Rimango con giubbotto siberiano fino a fine maggio, poi passo direttamente dai moon boot ai sandali. 😀
Invece parliamo di questa cosuccia buona che, io sai che fo’? Mi tuffo dentro, chiudete pure il coperchio sopra di me, che io la finisco questa insalatina sfiziosetta.
Baci
…ecco, dovrei proprio farlo anch’io, ma ancora non ho preso abbastanza raffreddori per mettermelo in testa 😉 ahahah ti immagino sguazzare nell’insalata…è tutta tua, finiscila pure 🙂 un abbraccione, grazie!
ciao cara, ma che meraviglia questo tuo nuovo spazio… mi piace tantissimo! Passavo di qua per invitarti al mio piccolo giveaway, ti aspetto eh 😉
Ale, sono contenta che ti piaccia 🙂 ci sono ancora un sacco di scatoloni in giro! Volo a leggere del tuo giveaway…grazie! Un abbraccione
Davvero una bella idea!!!!
Grazie mille! Qui piace un sacco, è fresca e velocissima da preparare 🙂 un abbraccio grande!