
Oggi ero sul treno. E da lì facevo un conto, rapido e sommario, delle ore del mio – quasi – quarto di secolo passato sopra i sedili blu.
Che poi a me viaggiare in treno è sempre piaciuto. Il treno è l’inestinguibile contenitore di tipi umani, tutti concentrati in una sola carrozza.
Prima che Torino mi adottasse ero una pendolare di quelle mattiniere, treno delle 6.37, all’ora buia dei solitari. Ma mi rifacevo al ritorno, intorno alle 18.30. Dal mio angolo guardavo l’umanità che mi si srotolava davanti agli occhi, come un caleidoscopio fatto di forme e colori bizzarri.
C’è quello che telefona in videoconferenza rendendoti partecipe del fatto che stasera non sa se andare alla festa o no, eppure Marta è una strafiga e me la devo fare.
C’è quello che se ne frega e si fa delle dormite lunghe tutto il viaggio, magari perdendosi la sua fermata.
C’è il devoto alla carta, che si porta in borsa il mattone da 600 pagine in giro per la città, giusto per gustarselo a fine giornata, affondato nel sedile.
C’è quello che sale sul treno per trovare qualcuno a cui raccontare tuuuutta la sua vita, per il resto del viaggio.
C’è quello che non è centrato, vive in bilico fra i suoi due mondi e ogni tanto urla, mentre io mi chiedo dove si trova e cosa sente, secondo lui.
Ci sono l’operaio, la pensionata, il banchiere, l’artista di strada, l’insegnante, l’assicuratrice, la commessa e tutti gli altri. Ammassati e meravigliosi. Un po’ incazzati la mattina, in realtà.
Ma c’è una sovracategoria che ho sempre ammirato e guardato con un po’ di invadenza, per carpirne i segreti più nascosti. Quelli del bagaglio mini.
Me lo dite come fanno, quelli del bagaglio mini? Che ci mettono? Ma ci mettono qualcosa?! Le valigette di venti centimetri per quaranta.
L’esatto momento di ammirazione estatica arriva quando con il braccio destro richiudono in un attimo il manico del trolley e con un’agile attitude mettono il bagaglio sull’apposita mensolona, sopra le teste dei passeggeri.
Ecco, io un ebbrezza simile non l’ho mai provata 🙂 proprio non riesco a viaggiare leggera, mi porto dietro pezzi interi della mia vita. Ordinatamente – beh, via – divisi in un paio di borse, una per spalla, e in un trolley medio che ha sempre le cerniere che tirano. Altroché tirarla sulla mensolona, l’omero mi si sgretola solo all’idea. Io li contemplo con ammirazione, quelli del bagaglio piccolo. Poi mi giro e sorrido scuotendo la testa al mio valigione ripieno, mentre la voce registrata mi informa del “termine corsa del treno”.
Allora mi organizzo con le borse, scendo e penso che di mini farò dei croissant, che quelli almeno mi riescono. Poi finiscono subito, ma quello è un altro discorso 🙂
Pasta brisè, mele, miele e cannella. Tutto ciò che serve per riscaldare le prime mattine più fresche del solito.

belli e buoni!!!! complimenti!
Buongiorno a tutti, anche io sono una ex pendolare, stessi orari tratte diverse. Oggi, domenica uggiosa, è l'ideale per preparare questi graziosi dolci. Grazie per aver condiviso nn solo la tua ricetta 🙂 buona giornata!