Nei momenti più caotici, nervosi, quando avrei quasi voglia di cedere ho poche certezze, ancora meno di quelle quattro che mi porto dietro ovunque vada. Ma una certezza su tutte non la lascio mai: quando sono stanca di tutto, quando mi cedono le gambe, io preparo le polpette.
A giugno ho chiuso la mia vita in scatoloni con doppi giri di scotch, svuotato i mobili, buttato via
quello che non serviva più, poi l’ho ripreso dal cestino per pensarci ancora un po’.
Io e il Rocker abbiamo salutato la mansardina velocemente, come si fa in questi casi per non farsi venire un nodo troppo grosso in gola, mandando giù malinconia e polpette, per svuotare il frigo e – soprattutto – perché io nelle polpette ci credo ciecamente.
Se tutti fossimo polpette, il mondo sarebbe un posto un po’ migliore. Se solo fossimo tutti un po’ più semplici, tondi, croccanti fuori, ma morbidi e scioglievoli appena sotto la crosta.
Ogni volta che le preparo so che l’impasto rotolato tra i palmi delle mani, impanato e cotto al volo, darà sempre come risultato quello di farmi sentire al sicuro.
Poi abbiamo accatastato tutto nell’appartamento nuovo, con le pareti che sapevano ancora di bianco fresco. Ho detto: “Che peccato che abbiano dipinto le persiane di questo grigio topo”, per poi scoprire che era solo uno strato di polvere dimenticata lì da chissà quanto. Abbiamo cenato con le pizzette Ikea, dietro carrelli strabordanti di scatoloni. Ho chiuso gli occhi dimenticandomi del caos che avevo intorno, ma sognandolo tutto, ogni notte. Gli operai nello stesso giorno e con un colpo secco hanno rotto il tubo dell’acqua calda e cinque piastrelle del bagno, mentre io ridevo di tanta sfiga e altrettanta disperazione, chiusa nella cabina armadio con il Rocker che mi tirava le orecchie: “Non ridere! Se ridi pensano che non sia grave e invece è gravissimo!”.
Ho aspettato la cucina per 21 giorni. V e n t u n o giorni che mi sono sembrati un’eternità. Quando è arrivata, non era lei. Così l’ho aspettata di nuovo e mi sono anche fatta un piantarello.
Uno solo, dall’inizio di tutto il casino, giuro.
Se c’è una cosa che le polpette sanno più di ogni altro cibo è la capacità di adattarsi: in tavola possono essere piccole, asciutte e croccanti per antipasto, oppure più grandi, magari con il cuore filante e affogate nel sugo rosso da raccogliere con il pane (TANTO pane). Le polpette sanno sempre quel che sono, ma, nel dubbio, fanno finta, si lasciano trascinare dalla situazione e finiscono per essere perfettamente al loro posto.
Appena la cucina è arrivata, ho impastato e preparato polpette, mischiandole con i sospiri di sollievo, le
caviglie gonfie e il sorriso ebete.
Adesso, di notte, dopo un mese esatto le pareti sono sempre bianche, ma hanno addosso libri, poster, presine, mensole con un tocco di nero, perché quel Tao metropolitano non ci molla e continua a farci viaggiare incastrati. Non è ancora tutto perfetto, ma forse non lo sarà mai, perché è più bello e interessante così. Questa casa ci piace tanto, ci contiene meglio, le abbiamo già confessato qualche sogno e lei ci ha assicurato che se ne prenderà cura.
Scrivo un post che non sarà mai esauriente da un divano arancione. Ho sei punture di zanzare sulle gambe, una lavastoviglie come sottofondo, il Rocker che ancora non si è stancato di accarezzarmi, un’estate piena di lavoro e di idee da far atterrare a settembre.
Ah, domani compio 28 anni.
Più guardo quell’otto, più mi sembrano due polpette, una sull’altra, da mordere e gustare lentamente, senza perdermi nemmeno una sfumatura del loro sapore.
POLPETTE AL FORNO
CON RICOTTA E SPINACI
Ingredienti per 10-12 polpette
250 g di ricotta
200 g di spinaci freschi
due cucchiai di parmigiano grattugiato
pangrattato
uno spicchio d’aglio
sale
pepe
olio extravergine d’oliva
Lavare bene gli spinaci e cuocerli in una padella con due cucchiai d’olio e lo spicchio d’aglio in camicia. Dopo 10 minuti, scolarli e strizzarli bene. Tritarli grossolanamente con un coltello e mischiarli in una ciotola con la ricotta, il sale e il pepe e il parmigiano.
Formare le polpettine, impanarle nel pan grattato e disporle su una teglia coperta con carta da forno. Condire con due cucchiai d’olio e infornare a 180° per circa 20 minuti. Sono ottime calde, tiepide e anche fredde.
Appena comprato gli spinaci oggi …
…e allora si polpetta come se non ci fosse un domani! 🙂 <3 un abbraccione a te!