Ho comprato una cyclette. E già la cosa è comica di per sè 🙂
Ci sono giorni in cui tra lavori video e studio non resta tempo per le mie camminate cittadine. E diciamo anche che sgambettando come Heidi in piena estate a Torino il rischio di sciogliersi e far parte del manto stradale aumenta in proporzioni notevoli.
Così ho rispolverato il mio (poco, pochissimo, quasi nullo) animo da attività aerobica, ho chiamato il Rocker in piena fase registrazione dieci volte per chiedergli se secondo la sua razionalità maschile una bicicletta nei non troppi metri quadrati torinesi ci potesse stare (beh, dite che non è rock l’argomento? 😉 ) e ho investito 99,99 euro.
Amen.
Ovviamente mi hanno consegnato uno scatolone di medie dimensioni che conteneva il mio fiammante acquisto DA MONTARE. Ho caricato tutto in macchina insieme alla scorta di verdure, le uova, qualche sacco di spesa, un separé alto un metro e settanta (questa ve la racconto un’altra volta 🙂 ), il valigione e sono ripartita per Torino. Ho scomodato qualche santo per il parcheggio, scaricato la macchina, fatto millemila altre cose, poi doccia e respirato zen prima di invocare il potere dell’Ikea aprendo lo scatolone alla bellezza delle dieci di sera.
Le condizioni luce lasciavano un po’ a desiderare, ma le istruzioni c’erano, pure in italiano e i pezzi sembravano tutti. Così, dopo una ginocchiata nel pedale, viti finite sotto al letto e polistirolo ovunque, ce l’ho fatta.
Ci sono giorni in cui tra lavori video e studio non resta tempo per le mie camminate cittadine. E diciamo anche che sgambettando come Heidi in piena estate a Torino il rischio di sciogliersi e far parte del manto stradale aumenta in proporzioni notevoli.
Così ho rispolverato il mio (poco, pochissimo, quasi nullo) animo da attività aerobica, ho chiamato il Rocker in piena fase registrazione dieci volte per chiedergli se secondo la sua razionalità maschile una bicicletta nei non troppi metri quadrati torinesi ci potesse stare (beh, dite che non è rock l’argomento? 😉 ) e ho investito 99,99 euro.
Amen.
Ovviamente mi hanno consegnato uno scatolone di medie dimensioni che conteneva il mio fiammante acquisto DA MONTARE. Ho caricato tutto in macchina insieme alla scorta di verdure, le uova, qualche sacco di spesa, un separé alto un metro e settanta (questa ve la racconto un’altra volta 🙂 ), il valigione e sono ripartita per Torino. Ho scomodato qualche santo per il parcheggio, scaricato la macchina, fatto millemila altre cose, poi doccia e respirato zen prima di invocare il potere dell’Ikea aprendo lo scatolone alla bellezza delle dieci di sera.
Le condizioni luce lasciavano un po’ a desiderare, ma le istruzioni c’erano, pure in italiano e i pezzi sembravano tutti. Così, dopo una ginocchiata nel pedale, viti finite sotto al letto e polistirolo ovunque, ce l’ho fatta.
Fatto sta che stamattina, pedalando, litigo con il tg dopo tre – TRE! – servizi di fila sulla nascita del royal baby (c’era davvero gente accampata con le tende lì davanti, capite? Ossignur), finisco su Real Time (beh, uno non è che può guardarsi Ėjzenštejn quando è lì in sella sudaticcio e spompato) e vedo Csaba che mi invita a seguirla a far grigliate in abito blu cobalto e tacco 12.
Pensiero uno: perché non si sporca mai? Sappiate che quando la sottoscritta cucina, oltre ad avere i capelli arruffati e il grembiule impiastricciato, spesso è scalza.
Pensiero due: (vi ricordo che stavo pedalando con animo fitness e lingua che rasentava le piastrelle) questa santa donna pesa 30 kg bagnata. Datele un po’ di cibo e fatele mettere almeno un rotolino, se no mi deprimo.
Pensiero tre: la mise en place, questa sconosciuta. Per non parlare delle decorazioni e dell’impiattamento chic. Più che di una lezione avrei bisogno di un corso intensivo non stop di qualche anno. La mia nonna saggia direbbe che, se il cibo è buono, non c’è bisogno di aggiungere fronzoli, ma ormai il contagio da csabaite acuta era avvenuto.
Pensiero uno: perché non si sporca mai? Sappiate che quando la sottoscritta cucina, oltre ad avere i capelli arruffati e il grembiule impiastricciato, spesso è scalza.
Pensiero due: (vi ricordo che stavo pedalando con animo fitness e lingua che rasentava le piastrelle) questa santa donna pesa 30 kg bagnata. Datele un po’ di cibo e fatele mettere almeno un rotolino, se no mi deprimo.
Pensiero tre: la mise en place, questa sconosciuta. Per non parlare delle decorazioni e dell’impiattamento chic. Più che di una lezione avrei bisogno di un corso intensivo non stop di qualche anno. La mia nonna saggia direbbe che, se il cibo è buono, non c’è bisogno di aggiungere fronzoli, ma ormai il contagio da csabaite acuta era avvenuto.
Mentre mi (e vi) cucinavo spaghetti, mi chiedevo come diavolo faranno mai in foto a farli venire sempre perfetti, un blocco armonioso, quando invece a me scappano da tutte le parti. E ho fatto una ricerca anche seria, sapete? Oh sì, ora vi dico, perché sappiate che mica si usa quella volgaVe pinza da spaghetti e si spataflasciano nel piatto così come viene.
Macchè.
Si prende invece un cucchiaione, di quelli da servire antipasti ed una forchettona.
Si seleziona la quantità desiderata e li si arrotola coooosì prima di inserirli a nido nel piatto.
Si seleziona la quantità desiderata e li si arrotola coooosì prima di inserirli a nido nel piatto.
Parlapà, vi direbbero dalle nostre parti. Il pesto, invece è tutta un’altra storia e basta a se stesso, fresco, rustico e a crudo, con il sapore intatto di pomodoro. E lo so che ci vorrebbe il mortaio, ma quello che voglio io è nella lista dei desideri, datemi tempo.
Per ora ho dato un paio di frullate ad immersione velocissime, da far crepare d’infarto i puristi 😀 Ma in dieci minuti è uscita una pasta così fresca e saporita da leccare il piatto. Ah già, non si fa. E uffi 🙂
Per ora ho dato un paio di frullate ad immersione velocissime, da far crepare d’infarto i puristi 😀 Ma in dieci minuti è uscita una pasta così fresca e saporita da leccare il piatto. Ah già, non si fa. E uffi 🙂
I tacchi non li ho messi (scherziamo?), però la torretta di spaghetti ve l’ho fatta, tanto per sentirmi un po’ più foodblogger con charme.
Poi ci è voluto un niente a sfasciarla a forchettate per gustarla come si deve…ma non ditelo a Csaba! 😀
Poi ci è voluto un niente a sfasciarla a forchettate per gustarla come si deve…ma non ditelo a Csaba! 😀
SPAGHETTI CON PESTO DI POMODORO A CRUDO
Ingredienti per 2 persone
160 g di spaghetti
150 g di pomodorini perini o piccadilly
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio colmo di mandorle
8-10 olive nere
un cucchiaio di capperi
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
qualche foglia di basilico
sale
Per servire (a piacere)
qualche pomodorino
scaglie di grana
Portare a bollore una pentola d’acqua salata.
Lavare i pomodori e spelarli. Se la pelle non viene via facilmente, tuffarli un minuto in acqua bollente (la stessa dove poi andrete a cuocere la pasta), ripescarli e una volta intiepiditi provvedere alla spelatura.
Metterli in un mixer insieme allo spicchio d’aglio a metà privato dell’anima, le mandorle, le olive, i capperi e unire l’olio mentre lavorate velocemente il tutto con il frullatore ad immersione.
Buttare gli spaghetti.
Nel frattempo versare il pesto in una padella antiaderente con un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta. Quando la pasta sarà pronta, scolarla e farla saltare in padella col pesto per un minuto. Impiattare e servire calda, a piacere servire con pomodorini e scaglie di grana.
Buttare gli spaghetti.
Nel frattempo versare il pesto in una padella antiaderente con un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta. Quando la pasta sarà pronta, scolarla e farla saltare in padella col pesto per un minuto. Impiattare e servire calda, a piacere servire con pomodorini e scaglie di grana.
Questa ricetta partecipa ad Extraricette, ricettario a base di olio extravergine d’oliva ideato da Cinquesensi…per saperne di più cliccate qui:

Commenta:
Marzia, non ti conosco e son capitata qui da facebook attratta dai tuoi spaghetti che ti giuro, sono esattamente quello che mi i vuole per stasera a cena!!!
Ma poi mi hai fatto fare delle sane risate di cuore! Premesso che imperdonabilmente ero all'oscuro dell'esistenza di Csaba, che mi sono documentata in merito (nooooo, davvero troppo magra, fa passar la fame una così!!!), volevo solo dirti che io non riesco a fare le torrette di spaghetti nemmeno con il metodo giusto! Non demordo però eh!
Grazie per l'ispirazione!
mi piace questo pesto insolito e mi piacciono un sacco le tue foto, sono contante di averti scoperto, ora ti seguo così non mi perdo le tue prossime ricette 🙂
Ciao, Valentine! 🙂 grazie mille e benvenutissima anche a te! 🙂 le foto sono sempre un mio trauma personale, per una che mi soddisfi ci passo almeno il doppio del tempo della ricetta…se però curiosi ti assicuro che ce ne sono di pessime 😀 ora vado a sbirciare il tuo blog…a presto! 🙂
Roberta, benvenutissima! Come hai fatto senza sapere dell'esistenza di Csaba finora?? Ahahah 🙂 le torrette le devi fare, se ce l'ho fatta io ti assicuro che ce la fanno tutti 🙂 tienimi aggiornata sulla tua cena se decidi di prepararli! Sono felice di conoscerti, corro a curiosare sul tuo blog 🙂 a presto!
Ciao Marzia, come commentavo oggi su FB mi piace troppo l'inquadratura del pesto con pimer! ^-^
Il pesto poi è davvero sfizioso, mi hai fatto venire voglia di prepararlo quanto prima!
Buona serata e a presto!
Ti comunico che ieri sera ho provato di nuovo a fare una torretta ma è ahimè franata rovinosamente…ma non demordo eh!!!
Ti comunico anche che i tuoi spaghetti ancora non li ho provati ma che li farò senza dubbio venerdì alla cena di compleanno del mio amore…..son troppo belli! 🙂
ahahahahahahaja…popeya mia quanto mi fai ridere!!!
Attimi serali di relax a godermi il tuo/mio coffee&mattarello!!!
Ciao, Popeya bella 🙂 decisamente è pure un po' tuo sto angolino…e io ti stritolo di abbracci! 🙂