Nel mondo bloggaro ci sono cose che voi che leggete non potete nemmeno immaginare. Al di qua della rete ne capitano di ogni. Perfino che una stordita come la sottoscritta venga invitata ad un blogtour organizzato da Turismo Torino. Blogche? Blogtour. Come quello di sabato scorso a Carmagnola, in occasione della Sagra del Peperone numero 65. Un branco di blogger, tante macchine fotografiche, una meta da scoprire, diversi modi di raccontarla. I blogtour son cose serie: servono gambe allenate, varie batterie cariche, il pollice agile. Io, manco a dirvelo, ero la pivella del gruppo. Quella alla prima esperienza, con tanto, tanto spirito e una dose scarsissima di praticità. Tanto che il caricabatterie del telefono è rimasto a casa, per dirne una. E che avrò battuto dieci volte la testa nella porta d’uscita del pulmino, puntualmente scordando di abbassarmi. La prossima volta porto un casco di protezione e una batteria portatile 😀
La Sagra del Peperone di Carmagnola è un’istituzione da ben più di mezzo secolo. Dura la bellezza di dieci giorni, fatti di animi allegri e stomaci invincibili.
Il peperone è il simbolo del paese e gli agricoltori locali ne coltivano quattro varietà: il Long, ovvero il Corno di Bue, che è anche presidio Slow Food, il Trottola, il Tomaticòt e il Bragheis, il peperone quadrato.
Li vediamo in file ordinate all’agriturismo La Cà Veja, dove vengono coltivati, raccolti e selezionati.
Buona parte del raccolto finisce in cucina, dove – mi raccomando – si parla in piemontese e si preparano ricette della tradizione con le eccellenze del posto: il coniglio grigio e il porro lungo. La farina di Canapa avvolge invece il Carmagnolot, l’agnolotto tipico, nella sua versione estiva: ricotta di bufala e peperone. Se passate da queste parti in inverno, lo troverete invece ripieno di carne di vacca anziana, servito in un brodo fumante.
A conservare tutto il colore e la bontà dei peperoni ci pensa, a pochi km di distanza, la signora Chiara, instancabile cuoca e, da un anno e mezzo, proprietaria del laboratorio agroalimentare C’era una volta una ricetta.
Ci accoglie con il sorriso di chi è abituato agli ospiti curiosi e ci racconta di come ha lavorato per anni da impiegata, finché la passione per la cucina le ha fatto cambiare direzione: “La passione è una cosa che va seguita e alimentata: in questo modo può esplodere e farti creare qualcosa di bello.” Quando parla, le mani volano per aria, segno inequivocabile che ferme non sanno proprio stare.
Oltre alle specialità sott’olio, qui si confezionano succhi di frutta, marmellate, creme, mostarde e, ultimi arrivati, biscotti e torte

I monaci si sono stabiliti qui nel XII secolo e hanno dissodato e bonificato questi luoghi, creando una “grangia”, un centro autonomo di organizzazione del lavoro contadino e di raccolta della produzione locale. La chiesa abbaziale ha ottocento anni ed è stata una delle prime chiese cistercensi costruite in Piemonte. Numerosi sviluppi si sono susseguiti nel corso dei secoli: alle severe linee gotiche sono state sovrapposte sontuosi elementi barocchi e, in seguito ad un incendio, il monastero è stato ricostruito a metà del ‘700, su disegno di Giovanni Tomaso Prunotto, allievo di Juvarra.
Altra importante tappa culturale è l’Ecomuseo della Cultura della lavorazione della Canapa.
Proprio le abbazie contribuirono a diffondere la canapa in queste regioni e il borgo Viurso (Oggi Borgo San Bernardo) di Carmagnola fu, nel 1300, un centro di diffusione prioritario del seme e della fibra di Canapa.
La produzione di corde destinate all’esercito crebbe e la figura del mastro cordaio divenne molto richiesta anche oltralpe. L’arrivo delle fibre sintetiche e dei derivati del petrolio sostituì quasi totalmente l’uso della canapa e poche mani esperte oggi hanno mantenuto la memoria della lavorazione di questa fibra naturale.
Le “signore della Canapa”, appartenenti al Gruppo Storico Cordai di San Bernardo, mantengono viva questa antica tradizione e hanno realizzato una corda sul momento, rendendoci partecipi di questo prezioso pezzo di memoria artigiana del territorio
La sacra ora della merenda l’abbiamo egregiamente trascorsa in centro, alla Pasticceria Di Claudio, dove assistiamo alla maestria del temperaggio del cioccolato, in cui viene intinto il peperone candito: il connubio perfetto stupisce e il bis è d’obbligo.
La risata del titolare è una di quelle forti, di gusto, che contagiano. Dopo tanti anni si dice ancora golosissimo di dolci: “Diffidate sempre dal pasticcere che si dice nauseato dagli zuccheri: forse deve cambiare mestiere!”
Dulcis in fundo.
Io, che a un quarto di secolo non ho ancora deciso se prediligere il dolce o il salato, questa volta ho scelto. Un peperone giallo nella torta. Ma anche nocciole, mandorle e cioccolato fondente. Un po’ di vaniglia, qualche pezzettino di peperone zuccherato in superficie.
E poi lasciatevi stupire 🙂
TORTA DI CIOCCOLATO, NOCCIOLE E PEPERONI
Ingredienti:
un peperone giallo di medie dimensioni (circa 300g)
130 g di zucchero di canna
4 uova
100 g di fecola di patate
50 g di farina integrale
100 g di mandorle
50 g di nocciole
100 g di cioccolato fondente
mezza bustina di lievito
i semi di mezza bacca di vaniglia
Per guarnire:
strisicioline di peperone
zucchero di canna
Sbattere le uova con lo zucchero e i semi della bacca di vaniglia, finché il composto non diventa chiaro e spumoso. Lavare e tritare il peperone. Metterlo in uno scolapasta e strizzarlo bene per eliminare l’acqua in eccesso. Tritare anche le mandorle, le nocciole e il cioccolato. Aggiungere tutti gli ingredienti al composto di uova, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Per ultimo, unire la fecola setacciata con il lievito e la farina integrale.
Versare nella teglia coperta di carta da forno e infornare in forno già caldo a 180° per circa 40-50 minuti, controllando con la prova stecchino.
Per guarnire: tagliare delle sottilissime strisce di peperone rosso e giallo e posizionarli sulla griglia del forno coperta di carta forno. Spolverare con dello zucchero di canna e infornare a 200° per circa quindici minuti, finché lo zucchero non inizia a caramellare e i peperoni si ammorbidiscono.
Commenta:
Ma che meraviglia! Posso imbucarmi anche se non sono una del mestiere? Diciamo che son la tua ssistente o segretaria personale!!! u_u
Io imparerei zitta zitta (bocca piena di pappa buona) e prenderei appunti fotografici di qualunque cosa, mi inebrierei delle risate e dei profumi d'altri tempi e tornerei a casa felice! 😀
L'unica è che non capirei una mazza perché mi si dovrebbe tradurre dal piemontese!
Non ci son stata, ma il resoconto mi ha convinto talmente che credo a questa torta. Nel senso che ci credo sul serio che è bbbona! u_u
Ci sono andata ieri… non potevo tornare a casa senza i miei tumaticot! xD
Bellissimo reportage e questa torta mi ha davvero incuriosita!!!
La frase sulla passione della Sig.ra Chiara la faccio diventare il mio mantra quotidiano! 😉
Bellissime foto!
ciao buona settimana!
La torta ai peperoni spacca! Sia quella del pluridecorato pasticcere, sia la tua, che ho avuto il piacere di provare personalmente! Ci vuole passione e fantasia in cucina…e una resistenza non da poco, durante i blogtour! 😀
Un abbraccissimo!
Se voglio perdermi, tra storie di vita, curiosità e reportage fotografici, non devo far altro che venire a trovarti. Bravissima come sempre! Mi piace come scrivi, mi piaccioni i tuoi post, ma te l'avrò detto ormai fino a nausearti… 🙂 bentrovata!!! A presto!!! Ale
Ricetta davvero originale! Come pure il tuo blog
Magari ci fossi anche tu, Miu! Ne faremmo di risate insieme…per il piemontese non ti preoccupare: ti faccio la traduzione simultanea! 😀 una fetta di torta e un abbraccio forte forte! Grazie!
Evviva! Senza tumaticot non si può stare 🙂 grazie, Paola! Benvenuta su queste pagine…
Grazie, Roberta! La signora Chiara è troppo forte…ci ha passato una bellissima energia 🙂 facciamo mantra insieme, che serve soprattutto nei periodacci no. Un abbraccione gigante!
Ale bella! Siete stati le cavie ufficiali della torta 🙂 al prossimo blogtour di nuovo insieme…io più organizzata, però! 😀 ahahah un abbraccione!
Ale, è sempre bellissimo trovarti. E sono tanto felice che questo posto ti piaccia 🙂 ti ringrazio di cuore e ti mando un abbraccio stretto, oltre lo schermo! 🙂
Ciao, Mila…grazie mille, sono felice di conoscerti! Ben approdata su queste pagine 🙂
Ma che bello, Marzia!! Davvero un bel post, pieno di cose interessanti, come spesso accade quando si intravede un pezzetto di territorio e delle sue tradizioni.
Pensa che io non sono una fan dei peperoni ma mi hai fatto proprio venir voglia di provare questa torta! E anche i peperoni canditi col cioccolato…non so immaginare il sapore!
Brava! 😀